Non a caso il termine MUSICOTERAPIA è composto da parole: musica e terapia. La musica infatti è terapia non solo per la mente ma anche per il corpo. Il rapporto musica-corpo è stato oggetto di interesse sin dall’antichità e, con lo sviluppo della medicina moderna, si è cercato di approfondirne le potenzialità curative attraverso gli studi delle neuroscienze.Nel tempo, sono stati studiati e confermati gli effetti benefici della musica, sia sulle funzioni cognitive che su quelle fisiologiche dell’uomo.
Uno degli obiettivi di studi e indagini era quello di individure quali malattie potevano trarre giovamento dall’esperienza musicale e musicoterapeutica.Per le sue capacità la musicoterapia è stata utilizzata ed è ancora utilizzata come intervento complementare non farmacologico su diversi tipi di pazienti ( per età e sesso ) affetti da diverse patologie.Più Recentemente l’interesse scientifico si è focalizzato sulla possibilità di sfruttare tale pratica come terapia complementare, in varie condizioni patologiche e parafisiologiche.
E’stato dimostrato che la musicoterapia può migliorare la salute dei pazienti a diversi livelli, facilitando il raggiungimento degli obiettivi di trattamento: infatti è stato provato che l’esperienza musicale è in grado di influenzare molteplici ambiti, come le funzioni cognitive, le capacità motorie, lo sviluppo emozionale, le abilità sociali e in generale la qualità della vita.
Oltre ad essere applicata con successo alle terapie psichiatriche (l’ascolto e il canto possono ridurre, ad esempio, i sintomi della schizofrenia ) la musicoterapia è in grado di controllare gli stati di agitazione associati alle demenze, migliorando la qualità di vita dei pazienti e dei loro familiari.
Alcuni risultati scientifici indicano che la musicoterapia può aiutare i bambini con disturbi dello spettro autistico, migliorando le loro abilità nell’interazione sociale, nella comunicazione verbale e nell’iniziare comportamenti finalizzati. La musicoterapia può essere utile anche nelle patologie come ad esempio afasia, amnesia, ecc. permettendo al paziente di esprimere e comunicare emozioni, sentimenti e stati d’animo attraverso il linguaggio non-verbale. Inoltre, la musica può essere utilizzata come strumento per facilitare il movimento e la riabilitazione neurologica in seguito ad eventi improvvisi come ictus.
Altri studi ne hanno registrato gli effetti benefici sui livelli d’ansia di pazienti con gravi malattie cardiache e polmonari.
Infine, la musica si è dimostrata efficace nell’attenuare gli stati d’ansia e la percezione del dolore, anche in condizioni complesse, come nei pazienti in attesa di procedure mediche o di un intervento chirurgico.
Non da ultimo si è rivelata fondamentale e di grande aiuto nei pazienti Covid-19,coem ha dimostrato uno studio recente svolto presso il Policlinico di Bari.
“la musicoterapia, utilizzata come intervento complementare non farmacologico su pazienti affetti da Covid-19, può essere di grande aiuto”.
https://bari.repubblica.it/cronaca/2022/03/16/news/covid_musicoterapia_studio_bari-341572973/
….. e oltretutto anche il virus del Covid -19 emette un suono!
https://rivistanatura.com/anche-il-virus-del-covid-19-emette-un-suono/